martedì 20 novembre 2012

GIORNATA MONDIALE DELL'INFANZIA


Un regalo speciale da parte dell'arte ai bambini
Oggi che è la GIORNATA MONDIALE DELL'INFANZIA, mi sembra giusto parlarvi di un preziosissimo regalo che quest'ultima ha ricevuto dall'arte e dalla pedagogia alcuni anni fa. Spesso si è convinti che la parola arte comprenda solo il disegno, i colori, la scultura e via dicendo. Oggi mentre leggevo un libro a proposito della narrazione e delle letture preferite dai bambini, mi è saltata subito all'occhio una particolare osservazione.
Verso la seconda metà del '900, sembrerebbe che molti studiosi pedagogici della letteratura per l'infanzia abbiano cominciato a porsi il problema di trasmettere al libro una sua "qualità artistica", ossia cercare di affinare il senso estetico del lettore attraverso dei procedimenti indiretti e intuitivi.                      Uno dei grandi che ha contribuito a questa ricerca è stato Giovanni Calò, fermamente convinto che la narrativa del fanciullo fosse una vera e propria forma d'arte, che serve a stimolare lo spirito libero del bambino attraverso l'immaginazione e la fresca spontaneità di cui l'arte è fatta. Calò ci dice che questa artisticità deve così trascendere in fenomeni para-artistici che si conciliano con la letteratura come  il momento di suspense, il colpo di scena, gli effetti magici e straordinari, la competizione per raggiungere un obbiettivo.       Questi importanti studi sono arrivati infine a concepire il libro per ragazzi come un qualcosa che deve avere uno scopo solo a sé stesso e non un doppio fine come tutti i libri sino ad allora scritti e basati su ammonimenti, consigli e pieni zeppi di personaggi inautentici che avevano lo scopo di rendere docili e obbedienti i giovani lettori. Venne così finalmente scritta la Carta Europea del Libro dell'Infanzia, la quale sollecita tutti gli scrittori e gli editori a ricercare una narrazione che sappia conciliare lettura e artisticità. Dice infatti:
E' questo il regalo che l'arte aveva dato all'infanzia quella di allontanare i libri dal tono rigido dai bambini e da lì a poco anche la concezione del bambino stesso in positivo, visto da ora in poi (sarà comunque un passaggio graduale) come soggetto pensante e perspicace e non un fantoccio che risponde a degli ordini. E come può il giovane lettore allora non aderire a una lettura finalmente artistica?                                                                   
Da questo profondo studio si può comprendere che l'arte non è qualcosa dai canoni imposti come tutti vogliono spesso farci credere, ma che è un'essenza che ognuno di noi porta con sé, dandole una forma propria come in questo caso per Calò la letteratura.  
"...E' necessario che i libri per ragazzi non siano leggibili solo in funzione dell'età alla quale sono rivolti, ma che siano capaci di suscitare l'adesione dei loro lettori..."



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